SPLIT: thriller psicologico del 2016, ispirato alla figura di Billy Milligan, criminale statunitense affetto da Disturbo Dissociativo dell’Identità.

Questo tipo di  malattia mentale chi ne soffre avverte la presenza di più identità distinte dentro di sé con un proprio modo di pensare e di relazionarsi. Sicuramente eventi, traumi infantili ne determinano l’evoluzione di questa psicopatologia. 

In questi giorni SPLIT avendo ritratto il protagonista (interpretato da James McAvoy) come un predatore aggressivo, ha aperto un vero dibattito. È errato leggere il disturbo dissociativo in questo modo, perché dà una visione distorta di chi soffre di questo grave disturbo che oltretutto porta ad invalidità e a tentativi suicidari.

A oggi è aperta una petizione e sono state raccolte più di 1500 firme per richiedere la cancellazione di Split.  

Ma la domanda che si apre è: DOVE ABITA IL MALE? 

Jung nel lavoro sugli archetipi descrive l’ombra come quella componente dell’uomo che non conosce civiltà, poiché governata da istinti impronunciabili e da impulsi irrefrenabili. 

Jung sostiene che ogni archetipo è collettivo poiché queste componenti esistenziali sono alla base dell’esperienza di ogn’uno di noi.

In Split si vede l’ombra “la bestia” che si ribella contro la società che emargina i diversi. Tutti possiamo provare compassione e disgusto verso il personaggio. La sua aggressività ci spaventa.

La diversità che si tratti di malati mentali, immigrati o omosessuali… la differenza ci impedisce d’incontrare gli altri e la storia che nasconde il protagonista di maltrattamenti e di assenza di una famiglia in grado di capirlo ed accoglierlo.

IL MALE NON È LA PERSONA, IL MALE È IL PRODOTTO DI RELAZIONI INSANE, DI UN ASCOLTO NEGATO, IL MALE È NELLA MISURA IN CUI LA FAMIGLIA NON SI PRENDE CURA DEI BISOGNI DEL FIGLI.

Viviamo in una società individualista in cui vengono incoraggiati competizione, individualismo, vince il più forte. Non si da valore alle voci che chiedono aiuto, quando viene tolto il diritto di vivere e il diritto di esistere può accadere che la persona si rifugi nella parte di sé che odia e disprezza.

La malattia mentale rende invisibili

Il senso d’esclusione e di diversità di incomprensione che vivono le persone malate e che soccombono all’etichetta. La devianza dalla norma spaventa e ti viene chiesto di vivere come se tu non l’avessi. Il malato mentale è scomodo, apparentemente impenetrabile.

MA DIETRO ALLA MALATTIA MENTALE C’È SEMPRE E SOLO UN PICCOLO BAMBINO FRAGILE, LASCIATO A LUNGO SOLO SENZA INSEGNAMENTI PER POTER CRESCERE! E’ LUI CHE DOBBIAMO CERCARE NEGLI OCCHI DI UNA PERSONA CHE SOFFRE!!

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