Un vero e proprio inferno per chi soffre di un disturbo alimentare

Vocabolario: tavola, cibo, convivialità, controllo, sentimento di colpa.

Nonostante viviamo in una società “ LIPO-FOBICA” (paura del grasso) il periodo delle festività è l’unico vero tempo in cui è quasi doveroso abbuffarsi, liberatorio dare sfogo alle fantasie culinarie e ai piaceri della tavola… se non si tiene conto di quelle persone che soffrono di un disturbo alimentare che vivono un mese e poco più sui carboni ardenti.

Circondati da tavole imbandite e da persone pronte finalmente ad abbandonare le diete che verranno puntualmente riprese il 2 gennaio. Il Natale è come se fosse un tempo non tempo, in cui c’è una sospensione da tutti i problemi e dai formalismi annuali e ci si incontra attorno ad una tavola. La convivialità imposta, l’abbondanza del cibo, il ritmo delle giornate cadenzate da pranzi e cene, pubblicità alimentari che invadono qualsiasi forma di comunicazione televisione, radio, social una vera e propria “ abbuffata” che provoca ansia, inquietudine, tensione emotiva.

Nello specifico chi soffre di ANORESSIA RESTRITTIVA, vive quello che viene definito SINDROME DEL VIETATO ACCESSO che è una specie di corazza difensiva, una chiusura a quello che risulta inaccettabile sia rispetto al mondo interno (mondo intrapsichico ) che esterno (mondo reale).

Si crea una sorta di circolo vizioso ma anche di scambio sinergico di rinforzo tra SPECCHIO – BILANCIA – PESO – IMMAGINE CORPOREA.
Una vera e propria chiusura rigida (dove si autoalimenta il sintomo dal quale si è dipendenti) a tutto ciò che è ansiogeno, ma nel contempo forma una gabbia basata sulla disciplina, vigilanza, verifica, regole.

Per potersi contrapporre alla forza rigida del controllo la soluzione si trova in una equipe multidisciplinare (Medico dietologo – Psicoterapeuta – Terapeuta della famiglia – Medico Psichiatra) che si prenda carico sia della famiglia che del paziente. Ma quello a cui bisogna pur sempre prestare attenzione quando in famiglia si manifesta un disagio di questo tipo è il significato profondo che porta con sé: L’APPELLO! OVVERO UNA RICHIESTA ESTREMA D’AIUTO.

To the bone – Fino all’osso:

Film drammatico che mette in evidenza la dura lotta contro l’anoressia. Ellen (Liliy Collins) e la sua malattia, Ellen e la sua storia familiare complicata, Ellen e il suo Psicoterapeuta il Dr. William Beckham (Keanu Reeves).

Il disturbo dell’immagine corporea è evidente in Ellen, che per essere sicura di non aver perso il controllo rispetto al suo peso (ma anche al suo sintomo!!) misura la circonferenza del proprio braccio con le dita. Se pollice e indice riescono a chiudersi ad anello significa che tutto è sotto controllo.

Appunto: fino all’osso. Ellen entra in una comunità di Los Angeles chiamata THRESHOLD – SOGLIA e li’ incontra il suo Psicoterapeuta, un essere umano con i suoi limiti, ma che ci prova ad esserci per Ellen e per tutti i ragazzi che fanno parte del centro residenziale di riabilitazione

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