L’appuntamento mensile con il Benessere

OSPITE: Dr. ANTONIO LA RUSSA
SPECIALISTA IN MEDICINA. INTERNA
NEFROLOGIA e SCIENZA dell’ALIMENTAZIONE
Riceve in Via Dante n.100 26100 – CREMONA
Cell. 3356708034 / E-mail: antonio.larussa@tiscali.it


Microbiota Intestinale

Lungo il tratto digestivo risiedono abitualmente delle complesse comunità microbiche conosciute come microbiota intestinale, che svolgono attività utili al buon funzionamento sia del tratto digestivo stesso che dell’organismo in generale. Oltre al microbiota intestinale, rilevanti sono
anche il microbiota vaginale, il microbiota della pelle ed il microbiota delle vie aeree ed urinarie.

Miliardi di organismi, quindi, soprattutto batteri, ma anche virus e funghi popolano, il nostro intestino (ma, come detto sopra, anche le vie respiratorie , urinarie, la pelle e la vagina). Questo popolo di microbi chiamato microbiota ci aiuta ad assimilare il cibo, ci protegge da molte malattie e ci fa stare meglio. Tutti questi microrganismi, in condizioni normali, sono in equilibrio tra loro.

L’Equilibrio Intestinale

L’alimentazione, l’assunzione di farmaci, il nostro stile di vita complessivo (fumo, inquinamento, STRESS, scarso consumo di cibi fermentati ecc ecc) può modificare questo equilibrio ed impoverire ed in ogni caso alterare il profilo microbico. Ad esempio, l’impoverimento del microbiota sarebbe alla base della recente diffusione di patologie tipiche delle società contemporanee occidentali, come il cancro del colon, le malattie autoimmuni, allergie e dermatiti, ma anche dell’obesità, diabete, M. di Parkinson, SLA, di patologie depressive e disturbi d’ansia (nell’intestino c’è una enorme popolazione di cellule nervose e viene prodotta una quantità di neuro-trasmetittori non inferiore all’encefalo).

Ad esempio quando la nostra dieta si impoverisce di fibre, i batteri abituati a metabolizzarle, non trovandone più a disposizione, attaccano il muco che protegge a mucosa ’intestinale dagli altri microbi e questi ultimi, arrivati a contatto con le cellule intestinali, provocano un’infiammazione. Sarebbe proprio l’infiammazione cronica causata dalla dieta errata e dal conseguente assottigliamento del muco protettivo a scatenare le patologie più comuni nel mondo “occidentale” Una dieta più frugale, al contrario, stimolerebbe i batteri a produrre composti chimici utili all’organismo, come il butirrato (che si trova anche nei formaggi stagionati), capace secondo i ricercatori di proteggerci contro alcune malattie come il morbo di Chron, grazie al suo potere antinfiammatorio.

È necessario sottolineare che il microbiota intestinale è legato all’età: l’organismo cerca da sé di mantenere un equilibrio adeguato della composizione microbica, soprattutto nella fase centrale della vita. Nei primi due anni, quindi nella tarda e nella prima infanzia, questo equilibrio è
molto più instabile e viene addirittura a mancare negli anziani, nei quali assistiamo a variazioni significative del microbiota. Ma anche negli adulti il microbiota ha piccole variazioni giornaliere, condizionate soprattutto dall’alimentazione , dall’ assunzione di farmaci , dallo stress e dall’attività fisica.

Se analizziamo quali sono i fattori che intervengono negativamente nella determinazione della composizione microbiota ci accorgiamo che esistono sostanzialmente due possibilità:

  • la presenza di infezioni che sopraggiungono dall’esterno e che danno disbiosi acuta e 
  • fattori che incidono in modo più subdolo e più lento determinando uno stato di disbiosi cronica.

È il caso delle alimentazioni non corrette, per esempio le diete iperproteiche o con troppi carboidrati, e degli stili di vita sbagliati (non fare attività fisica, fumo, l’abuso di alcool, ecc.) o stress protratti nel tempo. Inoltre, fra gli elementi che contribuiscono a modificare l’equilibrio e la
composizione del microbiota bisogna annoverare, come già sottolineato, anche le componenti farmacologiche. Infatti, larga parte della popolazione assume farmaci in modo cronico e questo contribuisce a variare profondamente il microbiota.

L’alterazione del microbiota intestinale

La letteratura scientifica indica, ad esempio, che l’uso di gastroprotettori usati comunemente (inibitori di pompa protonica PPI), cortisonici, antiinfiammatori , e contraccettivi orali (ma anche dolcificanti!!!) fa sì che si creino disbiosi croniche, subdole, che non vengono percepite immediatamente dal paziente come quelle acute.

Al contrario degli antibiotici che scatenano disbiosi acute con sintomi facilmente rilevabili come diarrea, dolore addominale e meteorismo.

Quando si instaura uno stato di disbiosi cronica, invece, lentamente si instaurano anche importanti alterazioni funzionali che coinvolgono soprattutto la barriera intestinale.

Questo accade perché la barriera intestinale è selettiva: esistono alcune strutture chiamate “giunzioni serrate” o “thight junction” che mettono in collegamento le varie cellule intestinali e che permettono il passaggio bidirezionale di sostanze dal lume intestinale al torrente circolatorio. Sono strutture proteiche che traggono grande beneficio e sono molto condizionate nella loro funzionalità da sostanze come gli acidi grassi a catena corta, prodotti proprio dal metabolismo del microbiota intestinale.

L’alterazione del microbiota intestinale dal punto di vista metabolico comporta, di riflesso, l’alterazione della funzionalità delle giunzioni serrate e quindi il passaggio di sostanze tossiche, di allergeni, di microbi nel torrente circolatorio e quindi dall’intestino a tutto l’organismo. Ecco perché è necessario mantenere l’eubiosi del microbiota intestinale.

Trapianto di Microbi

A contribuire a questo processo di estinzione progressiva e di spostamento dell’ equilibrio della flora microbica nell’uomo occidentale, sarebbero stati anche altri fattori intervenuti con il progresso: per esempio, l’urbanizzazione e dunque l’allontanamento da terreni agricoli e bestiame (fornitori di una maggiore varietà di microrganismi), e l’uso degli antibiotici, in grado di uccidere gran parte della microflora.

Processi dagli effetti talmente irreversibili da far pensare ad alcuni scienziati che l’unico metodo possibile per ricreare nell’addome degli uomini civilizzati un microbiota simile a quello dei popoli di nativi (più sani) sia quello di salvare i microbi a rischio di estinzione in una sorta di “arca di Noè” biologica, per poi reimpiantarli artificialmente nei nuovi ospiti umani. Alla luce di quanto detto si comprende l’ importanza che può avere lo studio del nostro microbiota intestinale, che si effettua tramite analisi (sequenziamento genico) su campione fecale.

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