La strada dei ricordi: una strategia che può aiutare a guarire dall’anoressia restrittiva.
Se l’anoressia congela le emozioni e si costruisce e si automantiene su una alimentazione strutturata, programmata rigida e calcolata, per poter aiutare le ragazze che soffrono di anoressia restrittiva serve riportarle sulla STRADA DEI RICORDI quando le nonne chiedevano:
“COSA TI VA NANI? COSA TI PREPARO PER MERENDA?”
Chi non conserva il GUSTO SPECIALE dei pomeriggi a casa della nonna, le merende, le SUE mani che preparavano lo zabaione, pane burro e marmellata, oppure frittelle con uova fresche…

Anche in chi oggi vive della malattia come il suo CENTRO, IL SUO TUTTO, c’è stato un tempo in cui l’ anoressia non esisteva e le scelte alimentari si basavano sulla:
SENSORIALITÀ
PIACERE
SCOPERTA
INTUIZIONE
GUSTO
Con l’anoressia il cibo è stato investito del COMPITO DI REGOLAZIONE EMOTIVA ed ha perso la spontaneità assumendo il ruolo del CONTROLLO. Un vero e proprio STILE DI VITA per reggere le INCERTEZZA CHE CI SONO NELLA CRESCITA (SIA INTERNAMENTE CHE ESTERNAMENTE), uno “spostare” sul cibo rituali che occupano la mente e che ti fanno sentire ferma, padrona, concentrata e soprattutto distante da tutto ciò che prima ti faceva sentire inadeguata.
Fare molte domande sui ricordi legati al cibo per ripartire da dove tutto si è bloccato:
“QUAL’ ERA LA TUA MERENDA PREFERITA?”
“COSA TI PIACEVA?
“NE RICORDI I SAPORI?”
“CHI LA PREPARAVA?”
“TU AIUTAVI IN CUCINA?”
“TI VA DI RACCONTARMI QUANDO QUEL GIORNO DA PICCOLA LA NONNA INSIEME A TE AVETE PREPARATO… LA TORTA DI MELE CON IL CIOCCOLATO?…”
