Il colibrì è tra gli uccelli più piccoli al mondo; ha la capacità di rimanere quasi immobile, sospeso nell’aria, grazie a un frenetico e rapidissimo battito alare (70-90 battiti al secondo). Lo scrittore Sandro Veronesi, vede il protagonista del libro Marco Carrera come un colibrì: da piccolo, per la sua gracile corporatura e da adulto, per rimanere saldo, fermo tra perdite, dolori fortissimi e amori tormentati in un metaforico frenetico movimento di batter d’ali. Cerca così di sopravvivere a una vita di dolori – perché sopravvivere non significa vivere di meno – scoprendo la forza struggente della vita….

SANDRO VERONESI
IL COLIBRI’
Il colibrì è tra gli uccelli più piccoli al mondo; ha la capacità di rimanere quasi immobile, sospeso nell’aria, grazie a un frenetico e rapidissimo battito alare (70-90 battiti al secondo). Marco Carrera, il protagonista del romanzo di Sandro Veronesi, è come un colibrì: da piccolo, per la sua gracile corporatura e da adulto, per rimanere saldo, fermo tra perdite, dolori fortissimi e amori tormentati in un metaforico frenetico movimento di batter d’ali. Il protagonista cerca di sopravvivere a una vita di grandi dolori – perché sopravvivere non significa vivere di meno – scoprendo la forza struggente della vita stessa. “Dietro al movimento è facile capire che c’è un motivo, mentre è più difficile capire che ce n’è uno anche dietro l’immobilità. Ma questo è perché il nostro tempo ha conferito sempre più valore al cambiamento, anche quello fine a se stesso, e il cambiamento è quello che vogliono tutti. Così, non c’è niente da fare, alla fine chi si muove è coraggioso e chi resta ferma è pavido, chi cambia è illuminato e chi non cambia è un ottuso. È ciò che ha deciso il nostro tempo. Per questo mi fa piacere che tu ti sia accorta (se ho capito bene la tua lettera) che ci vogliono coraggio ed energia anche per restare fermi.”
Il libro si apre con la visita a sorpresa dello psicoanalista della moglie perché è preoccupato per lui, una figura di riferimento per Marco nel corso della sua storia che nell’intensificarsi del loro rapporto rivela dalla verità della vita, significative considerazioni:
“I bambini sono pazzeschi, lo sa: percepiscono più quello che viene taciuto di quello che viene detto. Se lei si occupasse di Miraijin con il vuoto nel cuore, le trasmetterebbe quel vuoto. Se invece, quel vuoto cerca di riempirlo, e non importa se ci riesce o no, basta che lei cerchi di riempirlo, allora le trasmetterà quello sforzo, e quello sforzo, semplicemente, è vita. (….) “E lo sa su che cosa lavoriamo? Lavoriamo sui desideri, sui piaceri. Perché anche nella situazione più disastrosa i desideri e i piaceri sopravvivono. Siamo noi che li censuriamo. Quando siamo colpiti dal lutto censuriamo la nostra libido, mentre è proprio quella che può salvarci. Ti piace giocare a pallone? Giocaci. Ti piace camminare in riva al mare, mangiare la maionese, dipingerti le unghie, catturare le lucertole, cantare? Fallo. Questo non risolverà nemmeno uno dei tuoi problemi ma nemmeno li aggraverà, e nel frattempo il tuo corpo si sarà sottratto alla dittatura del dolore, che vorrebbe mortificarlo.” Marco Carrera è un uomo che sa resistere ai colpi della vita – “Per andare dove non sai, devi passare da dove non sai” fa propria una frase di Giovanni della Croce – sa esserci per le persone a cui vuole bene e ciò che ha ben seminato nel corso del suo vivere trova, come risposta, nelle persone intorno a sé tutta la potenza e il senso.
Buona lettura.
