La psicoanalisi a “distanza sociale”: un mestiere impossibile?
(Questo post è a cura di Cristina Saottini, Membro Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana).
All’inizio è stato uno shock, in pochi giorni, poche ore, siamo passati da una vaga preoccupazione per la salute degli “anziani” a essere chiusi in casa e a dover organizzare la vita intorno a questa nuova, sconvolgente evenienza. Abbiamo cominciato a doverci sentire comunità, a reagire in modo forte e solidale, a cantare dai balconi, a esporre la bandiera, ad affermare che non ci avevano veramente separati. In Lombardia c’era quasi un vago orgoglio nel sentirsi in prima linea, nell’essersi fatti carico della croce. Ma inevitabilmente dopo tutte queste settimane siamo più stanchi e la quota depressiva del trauma si fa sentire, forte.
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