Nel documentario denuncia ‘The Social Dilemma’ su Netflix ci viene detto: “RICORDA CHE SE NON STAI PAGANDO PER UN PRODOTTO, ALLORA IL PRODOTTO SEI TU!”. Nuovo tipo di mercato, il mercato di internet, dove tutti i servizi vengono pagati dagli sponsor.
Un documentario che fa riflettere, genitori di figli adolescenti e non solo, adulti responsabili d’aver dato in mano ai loro bambini sin da piccolissimi il ‘CIUCCIO-TELEFONINO’… ma anche persone, esseri umani che nel lockdown si sono avvicinati a questo mondo con le sue potenzialità ma anche dipendenze…

Social e Emoji
LIKE, SCROLL, DOPPIO CLICK…
E CHE COSA RIMANE DELLE NOSTRE EMOZIONI?
Solo una trasformazione sociale e culturale oppure la rinuncia totale di un’epoca in cui si viveva ancora di sentimenti d’innocenza, pudore e si sentiva l’esigenza, la curiosità d’uscire dalla famiglia per andare a scoprire il mondo e vivere di emozioni?
Ora le emozioni le abbiamo in un cellulare, non abbiamo bisogno d’uscire per conoscere gli altri, basta un like ad una foto postata… è tutto svelato, è tutto pubblico, conta l’immagine più che il sentire.
La tecnologia si rinnova ogni giorno, ogni ora, ogni istante e la nostra mente è in affanno, non riesce più a stare al passo di questa velocità artificiale, e tutto passa dal mentale cioè dal sapere… ma oramai chi sente più?
C’è differenza tra il sapere e il sentire?
Si, c’è una enorme differenza.
Non posso sapere le emozioni, studiare le emozioni devo sentire le emozioni. La differenza sta nel vivere le emozioni, farne l’esperienza diretta.
Ma se tutto è veloce e tutto si deve racchiudere in un selfie che testimonia quello che sto vivendo ma non sto sentendo perché prima viene il selfie, l’esposizione mediatica che però passa da un costante controllo e di conseguenza l’emozione viene dopo!.
Ma davvero dopo sento quello che provo o mi avvalgo, senza saperlo, della “dettatura” incalzante dei social che tramite algoritmi sofisticati ( intelligenza artificiale ) mi suggerisce velocemente quelli che sono i miei bisogni e quello che provo ma senza sfumature e intensità ( invece le emozioni sono graduate, sono colori, sono profondità).

FB ha introdotto oltre al like 5 emozioni con le emoji con cui è possibile mostrare amore, rabbia, tristezza, stupore, abbraccio virtuale (l’ultima emoji inserita dal lockdown per trasmettere affetto a distanza).
I social dettano le mie necessità, le mie prossime mosse e le mie emozioni.
Ma noi dovremmo chiederci quando utilizziamo i social:
Che cosa sto realmente provando in questo momento? E se invece scopro che sono malinconico, o sereno, o annoiato come faccio visto che FB mi ‘suggerisce’ o ‘incalza’ solo 5 emoji?!
Si crea una incapacità di dare parole al proprio stato emotivo interno, possono aumentare le somatizzazioni. Serve rallentare, selezionare solo un social a cui ci si sente più affini, serve ridurre l’esposizione al cellulare nelle ore antecedenti al riposo e magari tornare alla vecchia e sana sveglia, che fa tic-toc- e non crea dipendenze!
La prossima sfida potrebbe essere anche il DIGIUNO INTERMITTENTE CHE VIENE SPINTO DAI NUTRIZIONISTI, in questo caso non si tratta di cibo ma di social: DEPURAZIONE! Un giorno alla settimana totale digiuno da internet e i social accettando anche eventualmente le possibili crisi di astinenza… ma ne varrà davvero la pena!
É importante sapere come tutte queste App influenzano la tua salute mentale.