Soprattutto se soffri di un disturbo alimentare di tipo restrittivo
PAROLE CHIAVE: TAVOLA, CONVIVIALITÀ, CIBO, CONTROLLO

27 dicembre 2022
Lavoro da tempo con persone che soffrono di disturbi del comportamento alimentare (DA) e so che questo periodo dell’anno è davvero molto difficile, perché gli appuntamenti in cui ci si ritrova a tavola con amici e familiari sono numerosi e tenere a bada l’ansia di gestire inviti, sguardi e soprattutto l’abbondanza di cibo non è facile.
“Ciao Lucia, Cosa succede? Come è andato il Natale?
“Sono in crisi ho mille pensieri contrastanti..”
“ Ti va di parlarmene?” le sorrido per incoraggiarla.
Osservo Lucia, ha la bocca imbronciata, capelli lunghi, folti, ondulati di un bellissimo color rame come le foglie d’autunno. In una seduta quando ci stavamo conoscendo, Lucia mi ha raccontato la storia del suo bis nonno austriaco che si era innamorato della bis nonna Gabriella a suo dire bellissima donna..
“Si, c’è stato un momento che ho pensato davvero di sedermi a tavola senza problemi, mi sono detta forza Lucia ce la puoi fare! Anzi mi stupivo di me che improvvisamente sembrava non fregarmene più di tutto quel cibo che c’era a tavola..” dopo un lungo silenzio “ e…. che cosa è accaduto?”
“che improvvisamente ho realizzato che le altre persone, si i miei parenti, gli zii la nonna e i miei genitori e anche mia sorella erano felici e mangiavano di tutto senza nemmeno badare a me”… “ e io che invece avevo così paura a mettermi a tavola e d’avere tutti gli occhi puntati addosso e invece non è stato così”
“E tu come ti sei sentita?”
“Strana, lo so che ne avevate parlato nel colloquio genitoriale e quindi probabilmente hanno informato la nonna e gli zii…..non so, forse ero arrabbiata”
“Per cosa secondo te? Come mai sentivi proprio il sentimento della rabbia in quel momento? Che cosa ha scaturito questo specifico stato d’animo?”
Alza lo sguardo diritto e mi fissa con intensità “Ero arrabbiata perchè loro erano felici, esatto felici di stare insieme e mangiare tutto quello che volevano ed io ero così spaventata da tutto quel cibo ed ero in ansia…e…”
“Pensavo alle calorie, stavo cercando di contare quante calorie c’erano sulla tavola e quante eventualmente avrei potuto mangiare”
“Su questo punto so che la dietista insieme a te ha costruito un menù per te accessibile che abbiamo poi condiviso con i tuoi genitori… quindi che cosa ti ha veramente spaventata?”
“si lo so, ma sono andata in tilt nel vedere gli altri mangiare tutto, ma proprio tutto senza problemi e ridere e io non ce la facevo più stare a tavola. Avrei voluto essere da sola nella mia cucina e prendermi il tempo per mangiare, senza guardare gli altri che ridono”
“cosa succede dentro di te se vedi gli altri, che poi sono la tua famiglia, che ride e si diverte? cosa provi rispetto alla tua fatica di tenere tutto sotto controllo con il calcolo delle calorie e la loro spontaneità?”
“che non li sopporto, mi fanno arrabbiare e…“ – “e cosa? Cosa senti come si chiama quel sentimento che si muove dentro di noi esseri umani?… Rispetto alla tua fatica e forse alla voglia di non sentire tutta quella tensione ma la voglia di essere anche tu più leggera e spontanea?”
“Se parli dell’invidia, si forse… ma non per mangiare. IO NON SOPPORTO LE PERSONE CHE MANGIANO E NON SI DANNO UN LIMITE”
“Invece tu hai molti limiti che ti fanno sentire al sicuro, che ti permettono di gestire la tua inquietudine, ma che nel contempo sono molto faticosi e spesso non riescono a calmare le tue ansie…”
“Si esatto”
“Ma cosa c’era anche sulla tavola che ti ha mandato in tilt?”
“Sosa intendi? “
“Come alimento, come cibo?“
Mi guarda con gli occhi sgranati e senza nemmeno rendersene conto, alza il tono della voce che diventa quasi stridulo “La M O Z Z A R E L L A!”
“Caspita ora capisco… la mozzarella condita con risate, allegria“
“Non mi prendere in giro!”
“Scusami non era mia intenzione, davvero posso capire il momento difficile per te! Ne abbiamo parlato a lungo del significato della mozzarella per te! Me lo dicevi che la associ alla parola grasso”
“Si, io non ci posso fare nulla la odio”
“Certo lo sappiamo che ogn’uno ha i propi cibi fobici! , capisco che la mozzarella unita alla CONVIVIALITÀ della tavola sia stato troppo per te… ha funzionato come le spezie per te”

“In che senso, cosa intendi le spezie? Cosa significa?”
“Che le spezie a volte danno spinta e personalità ad un piatto ma se esageri rovini un piatto! Per te è stato troppo! Seppur eri pronta tant’è che mi hai detto che eri quasi stupita di non essere come dire angosciata, ma tranquilla, ti sei anche incoraggiata, ma una volta a tavola l’abbondanza del cibo con il tuo cibo fobico per eccellenza, la mozzarella e la convivialità delle persone è stato eccessivo!”
“Si ecco esattamente così. Finchè avevo il mio piatto davanti a me e mi concentravo su quello che avevamo concordato di mangiare tutto sommato andava bene, ma le risate dei miei genitori e la nonna quando ha messo la mozzarella di bufala che le ha portato suo cugino dalla Puglia, non ho capito più nulla, mi è montata una rabbia fortissima”
“Posso capire! Ma concordi con me che le spezie prese con le giuste dosi donano ad un piatto sapore… “
“Si io ero anche contenta che non mi guardavano, ero contenta che con mia cugina dopo pranzo avremmo dovuto andare all’oratorio…”
“E ci siete andate?”
“Si ma poi era già tutto rotto dentro di me”
“Beh, dovresti essere invece orgogliosa di te, che sei riuscita con tutte le difficoltà del caso ad affrontare giorni così difficili, non solo a livello alimentare ma soprattutto a livello emotivo. La paura di perdere il controllo non è facile da gestire e sei comunque stata molto brava!”
“Dici???”
“Si, davvero ne sono convita “
Chi soffre di ANORESSIA RESTRITTIVA, vive quello che viene definito SINDROME DEL VIETATO ACCESSO che è una specie di corazza difensiva, una chiusura a quello che risulta inaccettabile sia rispetto al mondo interno (mondo intrapsichico) che esterno (mondo reale).
